Il vino è linguaggio. Non fatto di parole, ma di gesti, profumi e incontri. Nelle colline del Collio questo linguaggio si intreccia oggi con un’altra forma universale di dialogo: l’arte. Robert Princic e Matjaž Četrtič, custodi di due cantine simbolo del territorio, hanno deciso di unire vigne e creatività in un progetto che ha il sapore di un confine superato, di un ponte costruito oltre le cartine geografiche.
“Ars Sine Finibus” è molto più di un parco artistico. È un respiro comune tra natura e cultura, tra chi coltiva la terra e chi plasma la materia. Nei filari diventati galleria a cielo aperto, la poesia prende forma luminosa, la musica si dissolve tra i grappoli, la scienza stessa dialoga con le viti, rendendole vive e parlanti. Ogni installazione è un invito a fermarsi, ascoltare, sentire.

Nell’anno in cui Gorizia e Nova Gorica condividono il titolo di Capitale Europea della Cultura, questa iniziativa assume un valore ancora più profondo. Racconta che il vino, proprio come l’arte, non conosce confini: unisce storie, popoli, linguaggi. E lo fa con la naturalezza di chi sa che la bellezza non ha bisogno di permessi per oltrepassare una frontiera.
“Ars Sine Finibus” diventa così simbolo e memoria, dialogo e futuro. Perché il vino, come l’arte, non si limita a essere vissuto: chiede di essere condiviso. E quando accade, diventa davvero patrimonio di tutti.